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La Grande Distribuzione Organizzata tra waste management ed economia circolare

  • Redazione Nexa
  • 4 set 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

Azioni in campo e prospettive future per sostenere l’economia circolare anche nella GDO, dalla produzione, al consumo, dalla gestione dei rifiuti e reimmissione nell’economia


L’impatto ambientale della Grande Distribuzione Organizzata – GDO è legato in larga parte alla gestione dei rifiuti e alla logistica. Ecco perché implementare il waste management in questo settore è fondamentale. Non è un concetto inedito, ma in un’epoca come quella che stiamo vivendo in cui le aziende non possono non aver consapevolezza di concetti come ESG e Circular Economy, è un’opportunità da non perdere. Vediamo a che punto siamo e quali sono le prospettive future.

“Le cose di ogni giorno raccontano segreti, a chi le sa guardare. Ed ascoltare”.

Cominciava così, cinquant’anni fa, una celebre canzone/poesia di Sergio Endrigo, che con «complessa semplicità» raccontava il processo circolare per la creazione di un tavolo, per il quale occorre, a ritroso di una serie di “componenti” (legno, albero, seme, frutto), un solo fiore: perché sono le piccole (e delicate) cose come un fiore a dar vita all’inimmaginabile.

Tuttavia, perché ciò accada occorre prendersi cura di tutte queste piccole cose.

Fuor di metafora, dalla cura di ogni piccola azione nascono i risultati, che sono di gran lunga superiori alla somma dei singoli contributi.

La «complessa semplicità», cui si faceva riferimento, tuttavia, è il punto di arrivo. Ma anche di un nuovo inizio, quando si chiude un processo circolare per aprirne un altro, per migliorarsi, e migliorare ciò che sta intorno a noi.

Succede così anche – e anzi, soprattutto – quando si parla di sostenibilità, al plurale, e di uno dei suoi mille corollari: l’economia circolare.

Ogni singola fase di questo nuovo approccio all’economia deve essere gestita, e un buon management è la chiave del successo in chiave green.

Questo articolo è offerto da Atlantide, il primo software per la gestione rifiuti. In un’ottica di digitalizzazione dei processi e degli adempimenti fiscali (FIR – REGISTRI C/S – MUD (D. Lgs. 152) R.E.N.T.Ri.), la gestione corretta del ciclo ambientale, il controllo totale dei processi, la tracciabilità completa dei flussi e l’Industria 4.0 applicata al settore dei rifiuti deve essere supportata da una soluzione con le migliori performance.



 

La soluzione scelta dalla GDO Italiana


Atlantide è il software web based per la gestione dei rifiuti dal punto di vista commerciale, logistico, industriale e normativo, che consente il controllo di tutte le fasi del ciclo ambientale, verificandone la conformità agli adempimenti normativi. Soluzione modulare e scalabile con un sistema di allarmistica proattiva, con livelli di gravità personalizzabili in base alle esigenze aziendali (Compliance D.Lgs. 231/2001).


 

L’anello mancante dell’economia circolare: ascoltare l’occasione


Non si tratta di una “novità assoluta”: già nel 2015 la Commissione europea ne parlava, sottolineando come – all’epoca – mancasse “soltanto” un anello per chiudere il cerchio, evidentemente già aperto tempo prima.

Nel documento «L’anello mancante. Piano d’azione dell’Unione europea per l’economia circolare», infatti, la Commissione – sulla scia ideologica della filosofia del cantautore istriano – sottolineava, fin dalle premesse, le parole d’ordine del nuovo modo di gestire le risorse, a partire dai rifiuti, che nella nuova ottica non rappresentano più uno scarto ma, per l’appunto, una risorsa:

  • coinvolgimento di tutti gli attori economici, innanzitutto; ognuno con il suo (piccolo o grande che sia) contributo e ruolo, gli attori economici sono fondamentali per guidare l’azione sul fronte dell’economia circolare;

  • sforzi (“la transizione verso un’economia più circolare, in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto quanto più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo, è una componente indispensabile degli sforzi messi in campo dall’Unione europea per sviluppare un’economia sostenibile”);

  • occasione (la transizione offre all’Europa l’occasione di trasformare l’economia e generare nuovi vantaggi competitivi sostenibili);

  • impulso e opportunità (sarà l’economia circolare a dare impulso alla competitività dell’Unione mettendo al riparo le imprese dalla scarsità delle risorse e dalla volatilità dei prezzi e contribuendo a creare sia nuove opportunità commerciali sia modi di produzione e consumo innovativi e più efficienti);

  • benefici portati dall’economia circolare, il cui piano d’azione è strettamente legato a varie priorità dell’Unione (la crescita e l’occupazione, il programma di investimenti, il clima e l’energia, l’agenda sociale e l’innovazione industriale), come pure agli sforzi messi in atto a livello mondiale per uno sviluppo sostenibile;

  • obiettivi (“dare segnali chiari agli operatori economici e alla società in generale sulla via da seguire per quanto concerne gli obiettivi a lungo termine in materia di rifiuti, nonché nel predisporre una vasta serie di azioni concrete e ambiziose da attuare entro il 2020”);

  • gradualità (nell’uniformare i sistemi vigenti negli Stati membri a livelli di buone prassi), chiarezza e semplificazione, per meglio incoraggiare i necessari investimenti nella gestione (soprattutto) dei rifiuti.

Per stimolare la transizione verso un’economia circolare, e inserire l’anello mancante, il Piano d’azione prevedeva, inoltre, misure orizzontali in grado di favorire l’innovazione e gli investimenti.

Le azioni proposte – concludeva il documento – “sostengono l’economia circolare in ogni fase della catena del valore: produzione, consumo, riparazione e rigenerazione, gestione dei rifiuti e reimmissione nell’economia delle materie prime secondarie”.

Ma per fare tutto ciò occorreva – e continua ad occorrere – una qualità che, ahimè, purtroppo è spesso mancata (e continua largamente a mancare) in una politica troppo presa da contingenze elettorali, più che a pensare alle generazioni future: saper svolgere il proprio ruolo, a cominciare dall’esercizio dell’arte dell’ascolto.


Non solo delle parole (richieste), ma anche delle opportunità.




La Grande Distribuzione Organizzata tra impatto ambientale e impronta digitale


Opportunità che permeano il settore ambientale, e quello della gestione dei rifiuti in particolare, anche in settori complessi come quello della GDO: l’analisi dell’interdipendenza di tutti i processi della catena del valore (dall’estrazione delle materie prime alla progettazione dei prodotti, dalla produzione alla distribuzione, dal consumo al riuso e riciclo) effettuata nel citato documento dalla Commissione è lì a dimostrarlo.

Il settore della GDO o Grande Distribuzione Organizzata ha un grande – e crescente – impatto ambientale, legato soprattutto alla gestione dei rifiuti (alimentari, RAEE e imballaggi) e alla logistica (delle merci e dei rifiuti): la gestione virtuosa dei rifiuti diventa, perciò, essenziale, in chiave “economia circolare”, e (ma) nonostante stia maturando nelle comunità una sensibilità crescente rispetto a questa tematica, esistono ancora molti margini di miglioramento, legati soprattutto alla non piena consapevolezza e coscienza del valore aggiunto che può conferire – anche in termini economici – la gestione degli scarti.

Oggi – questa è la tematica – è possibile mettere in campo azioni (e soluzioni…) non solo preventive e di compliance normativa, ma anche soluzioni in grado di estrarre valore dal rifiuto per il sistema economico (generando autentico valore condiviso), di comunicare e collaborare meglio e in modo più efficiente, di condividere informazioni in real time, di dare forma alle parole d’ordine della sostenibilità, di monitorare i progressi.

Di rendere semplice la complessità, attraverso una serie di azioni concentriche che interagiscono per l’obiettivo finale, condiviso (la ricerca di nuovi orizzonti delle sostenibilità), la cui forza è data dalla loro sommatoria, e dalla possibilità di gestirle in modo coordinato, convergente.

È una questione ….


Semplificare il complicato: la matematica applicata al waste management


È una questione matematica: la gestione degli aspetti ambientali, in generale, e il management dei rifiuti, in particolare, non sono un’opinione.Per cogliere le opportunità occorre avere gli strumenti adeguati, e la tecnologia – che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante – in questo ci è già d’aiuto, e nel futuro sarà in grado di aiutarci sempre di più per efficientare i processi.

La transizione verso un’economia circolare, del resto – e con questo chiudiamo il cerchio aperto all’inizio di questo contributo, ritornando ai concetti espressi ne “L’anello mancante” – “è un cambiamento strutturale. Oltre alle azioni mirate a ciascuna fase della catena del valore e ai settori chiave, è necessario creare le condizioni che consentano di far prosperare l’economia circolare e mobilitare risorse”.

L’innovazione – in questo contesto – “sarà il cardine di questo cambiamento strutturale: per ripensare i nostri modi di produzione e consumo e per trasformare i rifiuti in prodotti ad alto valore aggiunto, avremo bisogno di tecnologie, processi, servizi e modelli imprenditoriali nuovi che plasmeranno il futuro della nostra economia e della nostra società”.

Non fatevi “ingannare” dai verbi al futuro: non significa che in futuro potremo usare questi strumenti, ma che nel futuro saranno migliorati ulteriormente.

Già, perché questi strumenti esistono già: sono il fiore all’occhiello di chi – per usare termini prosaici – progetta, continuamente, per implementarle, le sostenibilità.

E di chi, per rimanere ancorati nel solco della poesia (“con i piedi fortemente ancorati sulle nuvole”, direbbe Flaiano), da cui siamo partiti, si prende cura dell’albero delle sostenibilità.

Tutto torna: non solo i conti….


Fonte: Articolo tratto da "HSE+" quotidiano di informazione tecnica a cura di Wolters Kluwer

Autore: Andrea Quaranta

Luglio 2024

 
 
 

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